LA CASA DI MICOL - INCOLMABILE....

19 gennaio 2012

FAME DI CAREZZE (da un blog)


Mi capita ogni tanto di trovare nelle mie scorribande notturne sul web pensieri d'altri che mi colpiscono e in qualche modo entrano a far parte di alcuni ragionamenti, che io stessa mi sono trovata a fare... o appartengono ad alcune mie sensazioni ed emozioni.

Quando nel blog di una persona ho trovato questi suoi pensieri ho sentito il bisogno di fermare quell'istante riportando da me queste sue impressioni.

NOn ricordo il suo nome, il suo nick o quant'altro di lui... so che nel suo blog ho trovato tanta delicata manifestazione di un animo sensibile e acuto nel saper descrivere percezioni e sentimento.




Sarebbe  infinitamente  migliore un mondo dove  l'uomo fosse meno vile e smettesse di rinnegare la propria parte femminile, manifestare apertamente le proprie necessità che non sono debolezze come tanti pensano che siano. Fanno parte della nostra intima percezione dei bisogni naturali che hanno lo scopo di avvicinarci agli altri e mostrarci più disponibili alla condivisione di rapporti. Rapportarsi con rispetto e affetto, ci fa sentire rilassati e se ne beneficia tutti di un'apertura armonica che sempre meno è riscontrabile.

Ecco appresso i pensieri che ho voluto annottare in questo mio diario virtuale:


"...ultimamente mi ritrovo sempre più spesso a pensare che in questo breve viaggio di sola andata le relazioni umane sono l’unico mezzo reale che abbiamo a disposizione per colmare la nostra fame di carezze.
Recentemente ho letto che la psiche dell’uomo – per mantenersi attiva e unitaria nella sua complessità – necessita di un’adeguata ricchezza di contatti col mondo esterno attraverso gli organi sensoriali (si parla appunto di fame di stimoli, ossia fame di riconoscimenti, come di un bisogno basilare dell’individuo umano). Nel contatto tra persone la carezza rappresenta – per chi la riceve – il percepire che l’altro si è accorto di noi. Per contro, la deprivazione sensoriale (per i bambini come per gli adulti) è un deserto in cui nessuno si accorge della nostra esistenza.
Tutti sappiamo che esistono carezze fisiche e verbali: le prime, più vicine alla nostra fame primordiale, hanno un maggior impatto sullo stato dell’io Bambino. Le seconde, invece, si rivolgono alla persona in se stessa (è il caso di riconoscimenti quali “Sei un amico”, “Sei veramente in gamba”, “Ti voglio bene”, “Ti amo”).

L’aspetto singolare (e proprio per questo affascinante) è che in una situazione di vuoto quasi tutti noi preferiamo una carezza negativa a nessuna carezza, ossia siamo orientati a provocare l’ambiente che ci circonda per averne in risposta reazioni negative piuttosto che non averne affatto, poiché se è vero che l’adulto può resistere in una situazione di povertà di stimoli e di riconoscimenti, è altrettanto certo che questa resistenza impegna tutte le energie della persona.
Riuscire a vivere senza un costante rifornimento di carezze è senz’altro segno di forza e autonomia. “Ricordarsi del tempo felice” non sempre è “maggiore dolore”, come dice Dante: può anche essere la considerazione del valore della propria vita e di quanto abbiamo saputo fare, ed essere dunque nutrimento nei momenti in cui l’esperienza presente offre troppo poco al nostro bisogno di carezze."
Fame di carezze
http://menteindisordine.wordpress.com/2008/03/16/fame-di-carezze/

Fame di carezze
C’è però da riflettere su come questa specie di economia delle carezze venga alimentata da alcuni comandamenti negativi sottintesi nelle abitudini della nostra società (quali la povertà di segnali affettivi e di espressione dei sentimenti, l’obbligo di schermirsi quando si è lodati, l’insincerità nelle relazioni interpersonali): “NON dare carezze agli altri”; “NON rifiutare carezze indesiderate”; “NON chiedere carezze, pur avendone bisogno”; “NON accettare carezze, anche se le desideri”; “NON dare carezze a te stesso”.

Al contrario, è necessario regalare carezze agli altri, come e quanto lo si desidera; offrire carezze a se stessi; chiedere le carezze di cui si ha bisogno; accettarle quando ci sono gradite, rifiutarle quando non lo sono.
Questa prospettiva è un cammino personale di felicità.



GRAZIE ALIENO CHE GUARDI AD  UN MONDO FATTO DI SOLI UOMINI
O UOMINI SOLI

MIC

04/12/2008 - 13:24

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