LA CASA DI MICOL - INCOLMABILE....

28 giugno 2012

IL COFANETTO DELLE GI OIE


Quando ero piccola il cofanetto stava al centro del comò di legno massiccio con il piano in vetro su cui rifletteva l'immagine dello specchio appeso. Il cofanetto era severamente vietato aprirlo. Ma è noto che proibire qualcosa ad un bimbo il risultato ottenuto è il contrario. Così in quelle ore che noi bambini eravamo soli in casa perchè i genitori lavoravano il cofanetto diventava l'oggetto bramato da conquistare.
Il cofanetto esternamente appariva rude, compatibilmente alla funzione di custode si ergeva severo davanti ai miei occhi infantili e curiosi. Uno scatto metallico annunciava la profanazione. La scatola si apriva offrendo allo sguardo un tesoro incalcolabile. La nostra famiglia viveva di lavoro e sacrificio quindi premetto che quello che a me appariva non erano pietre preziose e diamanti, inoltre mia madre non ha mai coltivato la classe ed ha avuto sempre un gusto piuttosto kitsch. La bigiotteria e i falsi si mischiavano dentro il contenitore insieme all'oro, all'argento e qualche pietra originale.
Ma per me che allora non riconoscevo ciò che aveva il suo valore a quella che non ne aveva affatto sembrava di "rubare" una visione piratesca.
Spesso la fantasia mi addobbava come un albero di Natale. Prediligevo le camicie da notte in tessuti trasparenti che tiravo fuori dal cassetto del comodino di mia madre, sollevavo i capelli in uno chignon

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Micol , grazie per essere passata dal mio blog,

Anche a me piaceva andare a curiosare nella scatola che c'era nel cassetto del comò...ricordo una bella spilla
con pietre color viola fuxia...quanto mi piaceva, e i ladri hanno fatto il piacere di rubarmela.

Un caro saluto ciaoo
Magda

ps. pùò essere che non passo tanto, non ho molto tempo....
ciaooooooooooooooo!!

Marilicia ha detto...

Tutti i bimbi hanno curiosità per ciò che è loro vietato. Anch'io non ero da meno, anche se ciò che prediligevo scovare erano vecchie foto e ricordi di famiglia.
Fantasticavo per ore su quegli oggetti, cercando di immaginare il volto di appartenenza.
Ricordo la soffitta della casa di mnia zia, per me l'isola del tesoro.Quando andavo da lei in villeggiatura, mentre tutti dorminavano, mi rifugiavo in soffitta e lì inventavo storie fantastiche.
Ciao Micol, un bacio e buona domenica.

micolforever ha detto...

Magda e Marilicia rispondo ai vostri commenti postati sul filo del ricordo dell'infanzia e vi ringrazio.
Marilicia abbiamo in comune il ricordo di una soffitta di famiglia, la mia era quella a casa della mia indimenticabile nonna, viveva all'epoca dei fatti con ancora qualcuna delle figlie da maritare ed era una casa dove imperava l'umore femminile di un bel paio di generazioni.
Io ero piccina, un pò coccolata e quel tanto di rigida educazione con l'impronta d'antiche regole.
La soffitta soprattutto d'estate era il mio rifugio nelle ore pomeridiane, quando la casa immersa nell'ombra e la frescura custodiva il sonno e i sogni di quelle donne, io salivo i pioli di legno con leggerezza ed attenzione (guai farmi sentire che salivo) e dentro quella soffitta si apriva un regno di fiaba, tra vestiti, borsette e scarpe dismesse... libri e vecchie riviste. Qualche volta mi addormentavo sopra un letto rotto, mi coricavo posizionandomi ai piedi così potevo guardare alla piccola finestra un pezzo di cielo.

Magda, non preoccuparti per la frequenza, l'importante è che tu stia bene! un abbraccio!

p.s. volevo comunque precisare che per mancanza di tempo il "racconto non è terminato" quindi spero a breve di terminarlo.
Vi auguro una buona giornata!
Mic