LA CASA DI MICOL - INCOLMABILE....

24 gennaio 2012

MESSAGGERO... (porta pena)

Se non fosse che non si sta assistendo ad un Reality o una Soap ci starebbe pure d'aver voglia di pigiare il tasto rosso sul telecomando e aspettarsi di vedere tutto svanire sul nero dello schermo spento e riprendere quelle azioni quotidiani già dimentichi di quanto visto o sentito.

Ma così purtroppo non è, e lo strazio di questa nazione ci costringe a vivere male e subire peggio una condizione di continua crisi quando dichiarata, quando nascosta e la vergogna di essere rappresentati all'Estero come un teatrino di maschere e colombine.

Ho preso quest'abitudine di non ascoltare più i vari Tg... o per lo meno se non ci sono costretta da condizionamenti famigliari. Quando la sera arriva tardi il mio momento, mi dispongo al pc davanti ai fogli pixel delle varie testate giornalistiche nazionali ed internazionali.

Una parte di me cercava di far ripiego sul disgusto e la contrarietà degli ultimi fatti e misfatti noti o per lo meno ciò che ci vogliono raccontare della scena svoltasi a Villa Certosa ed ora si sposta nella camera da letto di Villa Grazioli dove l'INNOMINABILE fin troppo nominato disdegna ogniresponsabilità di personaggio di Stato, non fosse altro per dare l'esempio consono al ruolo che la fiducia di questo misero e bistrattato popolo gli ha conferito.

Merita... è lungo ma merita immergersi nella lettura dell'articolo apparso su IL MESSAGGERO.it

del quale incollerò  alcuni passaggi, perchè è davvero lungo... ma la riflessione è d'obbligo.

Berlusconi, inchiesta Bari: altre 3 ragazze

parlano di denaro ricevuto. Polemica sui tg

Procura acquisisce cassette di Patrizia D'Addario. L'opposizione:

premier ricattabile, sicurezza dello Stato a rischio. Ghedini: non paga

le donne, può averne grandi quantità gratis




ROMA (18 giugno) - Non si placa la bufera relativa all'inchiesta su feste e ragazze a palazzo Grazioli: oggi si parla di altre tre ragazze che avrebbero preso soldi per partecipare ai party e di un video con Patrizia D'Addario in camera da letto. Il tutto dopo il vertice di ieri sera, durato oltre tre ore, tra il premier Berlusconi, i ministri della Giustizia, Alfano, e delle Regioni, Fitto, e l'avvocato Niccolò Ghedini, deputato del Pdl e legale del premier, alla fine della giornata in cui da Bari è arrivata la notizia dell'indagine su un presunto giro di ragazze-squillo con l'ipotesi di induzione alla prostituzione in luoghi esclusivi di Roma e della Sardegna, anche in residenze di Berlusconi. Ora altre tre ragazze avrebbero ammesso di aver preso soldi per partecipare alle feste a palazzo Grazioli. E sarebbe emerso un video nel quale compare Patrizia D'Addario in una camera da letto nella quale si intravede una cornice che ritrae Veronica Lario.

L'inchiesta. La Procura di Bari avrebbe intenzione di avviare presto verifiche per accertare se l'imprenditore barese Giampaolo Tarantini abbia in più occasioni, e a beneficio di diverse persone influenti, ingaggiato e fornito ragazze affinchè queste partecipassero a feste organizzate in luoghi esclusivi. Ciò - è il sospetto investigativo - potrebbe essere avvenuto per consentire a Tarantini di avvicinare e ingraziarsi persone di potere a beneficio della sua attività imprenditoriale. Al momento è un'ipotesi investigativa che sarebbe suffragata da elementi emersi nelle conversazioni intercettate dalla Guardia di finanza nell'inchiesta su un presunto giro di mazzette per le forniture di protesi da parte della società dei fratelli Tarantini, la Tecnohospital di Bari.


Proprio indagando su episodi di corruzione, il pm barese Giuseppe Scelsi ha intercettato i colloqui in cui Giampaolo Tarantini parla delle ragazze che ha ingaggiato per farle partecipare ad alcune feste a Palazzo Grazioli, residenza romana del premier Berlusconi. Fonti vicine alle indagini fanno sapere che gli accertamenti potrebbero essere estesi ai motivi che avrebbero indotto Tarantini ad ingaggiare le escort, spendendo migliaia di euro. In quest'ultimo caso, le verifiche potrebbero riguardare l'attività della Tecnohospital, che ha rapporti d'affari anche con strutture pubbliche per la fornitura di protesi sanitarie. In questo caso gli accertamenti riguarderanno l'eventuale relazione tra l'ingaggio delle donne (quindi il reato di induzione alla prostituzione) e commesse per la fornitura di protesi.


Ghedini: il premier non ha mai pagato le donne. «Il presidente Berlusconi, che è dedicato al lavoro h24, è uomo ricco di denari e di simpatia e di voglia di vivere - dice Niccolò Ghedini - Certamente non ha bisogno che qualcuno gli porti le donne. Pensare che Berlusconi abbia bisogno di pagare 2.000 euro una ragazza, perchè vada con lui, mi sembra un po' troppo. Penso che potrebbe averne grandi quantitativi, gratis. Secondo lo schema disegnato dalla D'Addario, che a noi non risulta corretto, Berlusconi sarebbe soggetto inconsapevole, non c'è alcuna possibilità che ci sia un collegamento tra il presidente e questa indagine». Ghedini torna sull'espressione «utilizzatore finale» usata ieri: «Mi spiace ma il inguaggio tecnico è quello; colui che riceve è l'utilizzatore finale. Può essere un linguaggio crudo, ma è così. Se il termine ha potuto offendere la sensibilità di qualcuno, è ovvio che me ne dispiaccio e me ne scuso».


Finocchiaro: altra grave affermazione di Ghedini. «Oggi, dopo aver parlato ieri di "utilizzatore finale" a proposito del premier, Ghedini chiede scusa adducendo come motivazione dell'errore la sua abitudine e attitudine ad usare un linguaggio ed un lessico giuridico - dice Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd - Prendiamo atto delle sue scuse, anche se osserviamo che dietro a quelle parole si nasconde una concezione della donna che ci fa rabbrividire. Ma, dopo aver letto l'intervista di oggi al Corriere vorrei chiedere a Ghedini a che tipo di linguaggio appartiene la sua considerazione riguardo al fatto che il premier, di donne "potrebbe averne grandi quantitativi, gratis". A me non sembra che queste parole appartengano al lessico giuridico. Certo è che anche questa mi sembra un'affermazione grave e infelice che rivela un'idea squallida e commerciale dei rapporti tra uomini e donne. Cos'altro ci dirà domani Ghedini per difendere Silvio Berlusconi? Magari la lettura dell'editoriale de Il Foglio di oggi potrebbe dargli qualche suggerimento».


continua>>

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=62578&sez=HOME_INITALIA&npl=N


Altra voce che è apparsa come un'unghia sulla lastra della lavagna è quella di Giuliano Ferrara - IL Foglio - che critica le dichiarazioni del difensore legale del Cavaliere, arrivate in discolpa del suo cliente da ogni responsabilità e coinvolgimenti nelle presunte feste, festicciole e compagnia cantante.

L'articolo:
ROMA (18 giugno) - «Caro Cav., un premier non si difende così». È Giuliano Ferrara a firmare un editoriale in prima pagina del Foglio non certo tenero nei confronti di Silvio Berlusconi per le ultime vicende che lo vedono coinvolto. «Può essere che abbia ragione» Berlusconi a denunciare un «piano eversivo contro di lui», si legge, ma «il problema è che le armi affilate di questa campagna provengono tutte da Berlusconi in persona e dal suo entourage». Ferrara rimprovera «una licenziosità di comportamento difficile da classificare», «uno stile di vita esposto comunque ai noti meccanismi di condizionamento e di ricatto, vero o falso che sia il singolo racconto scandalistico, che sono l'eterna tentazione di coloro che frequentano in condizioni non perfettamente trasparenti gli uomini pubblici». E poi «un'autodifesa spesso risibile, esposta al ludibrio della stampa italiana e internazionale». Il Foglio fa l'esempio dell'«utilizzatore finale» evocato da Ghedini: «Una bestialità culturale e civile» che «riduce la storia in cui si cerca di invischiare il suo cliente, il che è veramente grave, a qualcosa di simile a quella che capitò all'onorevole Cosimo Mele». Per Ferrara, il premier «non può comportarsi come un deputato di provincia preso con le mani nel vasetto della marmellata». Il Foglio chiede uno scatto di reni al premier: «O accetta di naufragare in un lieto fine fatto di feste e belle ragazze oppure si mette in testa di ridare il senso e la dsignità di una grande avventura politica». Per il quotidiano, «tocca a lui tirarsi su da questa incredibile condizione di minorità civile in cui si è ficcato, e reagire con scrupolo, intelligenza e forza d'animo. La situazione si è fatta grave, e perfino seria».


Fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=19003&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=




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... ed ora lascio Cavalieri e Principesse/miss/veline al loro destino e vado ad aspirare il profumo che sa di buono dei miei sogni sul cuscino!





GOODNIGHT


MIC



19/06/2009 - 01:03



6 commenti:

micolforever ha detto...

finchè si seguono questi fatti non si potrà mai andare avanti nelle cose importanti...ecco in cosa deludono gli italiani tantissime parole e scavi archeologici...è più semplice dare la colpa agli altri...ma noi qualcosa facciamo per migliorarci?...o c'aspettiamo che i "rancorosi" possano farci vivere meglio?...Mica mangio con la vita privata degli altri...e comunque questa "guerra" è a dir poco deprimente...
scrivendodinoi
#1 09:08, 19 giugno, 2009
Berlusconi non mi è mai piaciuto e non l'ho mai votato,però ora che stanno così tanto scavando nella sua vita privata,e chi scava è gente che vorrebbe prendere il suo posto,comincia a starmi simpatico.
Loredana Mancuso,Bologna

micolforever ha detto...

19:29, 19 giugno, 2009
Lo stato italiano e il pelo
28 maggio 2009
di PAOLO MANINCHEDDA

Può darsi che mi sbagli, ma nella storia d’Italia quando il pelo si intreccia con il trono, in genere ci sono segreti e custodi di segreti di mezzo. Quindi, il gioco di Noemi è più grande di quel che sembra e più pericoloso. Ora, la mia riflessione è la seguente. Primo: Berlusconi ha americanizzato l’Italia e ora si trova nel mezzo di un ciclone tipicamente americano. Chi è causa del suo mal….. Infatti, lo schema della vicenda Noemi è lo stesso della vicenda Clinton: non importa se e cosa abbia fatto il premier, ma piuttosto se abbia o non abbia detto la verità. Io penso che non abbia detto la verità. Ma anche D’Alema non disse la verità al Parlamento quando si bombardò la Serbia. Anche Andreotti non disse la verità al Parlamento quando firmò l’accordo per la base Usa a La Maddalena. Lasciamo perdere Cossiga per eccesso di possibilità di esemplificazione. Ancor più americano è lo schema che giudica un uomo politico più dai suoi vizi privati che da quelli pubblici. Non capisco perché l’opposizione si concentri di più sull’affaire Noemi che sulla sentenza Mills, su cui Berlusconi aveva accettato lo scontro. Tremonti attacca le banche duramente, ma l’opposizione tace o bisbiglia. Ma torniamo alla verità. La verità in politica, nella cattolicissima Italia, non esiste e non è richiesta. Gramsci sosteneva che nella società di massa dire la verità è una necessità politica. Ma aggiungeva che in politica è giusta la riservatezza non la menzogna. Nella marcia Italia, la riservatezza è invocata per le banche, ma viene esclusa per le mutande. La menzogna è consentita nei tribunali, ma è vietata in pubblico! Per dirla più chiaramente: l’idea del processo pubblico dei vizi privati del presidente del Consiglio è un segno della decadenza dell’Italia e della sinistra italiana. De Gaulle, che notoriamente andava a puttane e proteggeva i bordelli elitari della capitale, in Italia sarebbe stato processato per le intemperanze dei suoi ormoni e mai valutato per la sua devozione alla patria. La moglie di Francesco Crispi scriveva, alla fine dell’Ottocento, a un collaboratore del marito: “«Vi ordino di non portare più puttane a don Ciccio. Se tornando a Roma mi accorgo che avete portato femmine, vi darò un calcio e vi manderò fuori dai c…». Palmiro Togliatti era sposato con Rita Montagnana, ma tutti sapevano che stava con Nilde Iotti. François Mitterand era notoriamente afflitto dalla contemplazione estetica e pratica del fascino femminile. Conclusione: se si giudicano i politici dal tasso ormonale che affligge e conforta la loro vita, non si salva nessuno. Ma non si salvano neanche poliziotti, giornalisti, sindacalisti, magistrati, preti, vescovi, cardinali, professori universitari (categoria a rischio ictus sessuale perenne..). E questo non vuol dire che la fedltà o l’amore per sempre non esistono: vuol dire solo che quando esistono non vengono esibiti e non pretendono di essere la regola in questo mondo difficile.
Il tarlo dell’Italia non è il sesso di palazzo. No. Il tarlo dell’Italia è il suo marciume. È il Nord che spolpa il Sud. È l’opportunismo sfacciato dei suoi partiti. È il parassitismo diffuso. È l’oppressione dello Stato sui cittadini. Il sesso, rispetto a tutto questo, è candore. >>>>CONTINUA

micolforever ha detto...

Berlusconi è politicamente lo specchio di una nazione decadente, con forze politiche esauste, di un popolo non coeso; di una finanza predatrice; ma se anziché guardare all’Italia che cade a pezzi perché è un’invenzione posticcia della storia, si guarda ai vizi privati di chi la guida, allora ci si merita fino in fondo di partecipare in forma subalterna alla lunga agonia della Repubblica
Noi sardi dobbiamo staccarci da questa implosione culturale e istituzionale: potremmo essere l’unica vera repubblica laica della storia del Mediterraneo con una visione serena dell’uomo e dello Stato che l’Italia non possiede perché, come Dorian Gray, non ha mai accettato di guardarsi allo specchio, oscillando invece, sempre e comunque, tra la ricerca dell’eroe che la salvi e l’esecuzione esemplare del colpevole che espii, per tutti, i mali morali, privati e pubblici, di uno stato senza nazione.
Paolo Maninchedda,
consigliere della Regione Autonoma della Sardegna.

http://www.sardegnaeliberta.it/?p=2000

Non potrei rispondervi meglio che con questo articolo.
MicolForever

micolforever ha detto...

#4 19:52, 19 giugno, 2009

Debiti, veline e golpisti regionali
18 giugno 2009
di Paolo Maninchedda
Nella manovra finanziaria bis, che il Consiglio regionale discuterà prima delle ferie estive, bisognerà autorizzare nuovi mutui per 1 miliardo di euro perché la Corte dei Conti ha chiesto alla Regione di coprire i 500 milioni dal futuro iscritti nei bilanci 2007 e 2008 dalla Giunta Soru. Si è così realizzato ciò che durante la discussione della finanziaria 2009 avevo annunciato: la legislatura inizia con un fardello di debiti provenienti dalla precedente amministrazione che tra i 500 milioni del 2009 e il miliardo degli anni precedenti, ammonta in totale a 1,5 miliardi di euro. Un’eredità pesantissima che porta il disavanzo stimabile al 31 dicembre di quest’anno poco sotto i 3 miliardi di euro. In soldoni significa che importantissime risorse vengono sottratte alle politiche dello sviluppo per essere impegnate in un’azione di risanamento che poteva essere evitata.
Mentre questa tragedia contabile si abbatte su di noi, le cronache si occupano del gossip sul rimpasto in virtù di un’indiscrezione pubblicata ieri sull’Unione on line che vorrebbe Pittalis alla Programmazione, la Spisa all’industria, Artizzu al Lavoro. Per capire da dove vengano queste notizie, bisogna capire a che cosa servono. E per capirlo occorre ricordare che cosa sta succedendo in Italia.
L’articolo pubblicato ieri dal Corriere della Sera svela, per il luogo in cui è stato pubblicato e per l’annunciata disponibilità di prove a supporto delle dichiarazioni rilasciate, che la politica italiana sta entrando in un cono d’ombra di credibilità istituzionale dagli svioluppi imprevedibili. La sostanza è che l’Italia è un Paese marcio, non tanto per la moralità privata dei suoi governanti, della quale nessuno può essere giudice, quanto per l’impossibilità ormai conclamata della classe dirigente di Destra e di Sinistra di indicare chiaramente il processo con cui condurre lo Stato verso nuovi obiettivi, verso nuovi orizzonti. La Destra accredita sempre di più l’idea che chi vince le elezioni può fare quello che vuole, la Sinistra, dal canto suo, da una parte non riesce a dire molto di più dell’essere semplicemente e noiosamente contro la Destra che, però, segretamente invidia e pubblicamente scimmiotta; dall’altra, quando propone soluzioni e obiettivi, non riesce a far molto di più che ripetere ciò che dicono gli alti funzionari dello stato, dei Centri studi, della Banca d’Italia: la Sinistra è diventata la forza politica che rappresenta la politica possibile a leggi vigenti, mentre non sa più indicare la politica giusta da realizzare con nuove leggi. In questo quadro, l’unico partito organizzato, la Lega, si sta preparando a organizzare lo Stato in modo da stabilizzare l’egemonia nazionale delle regioni del Nord, secondo uno schema non dissimile da quello di Cavour e della prima Destra liberale. Con una differenza rispetto agli anni dell’Unità: l’Italia di oggi è un Paese soffocato dai debiti, con pochissima capacità di manovra finanziaria, con gravissimi problemi irrioslti dal almeno un secolo e mezzo. Un Paese prossimo all’implosione che non può reggere con l’impianto datogli dopo il 1945. Come sempre accade nei momenti difficili, c’è chi cerca di costruire il cambiamento e chi, invece, vive dell’ottimizzazione dei prodotti della fase di declino dello Stato. Chi cerca, nel quadro di debolezza del sistema, il percorso migliore per il proprio progetto personale. Il Pdl è l’epicentro di questi micro-progetti, che generano micro-complotti e patetiche tensioni da basso impero, perché è un partito senza perimetro ideologico ma con molto e temporaneo potere. >>>CONTINUA

micolforever ha detto...

Un pezzo di questo basso impero riguarda la Sardegna. E’ dal Pdl, da Roma, dai ministri e dai capi corrente che si impegnano per i propri protetti, che parte una sottile campagna di deleggittimazione del presidente della Regione Sarda il quale, a seconda di quel che concede e di quel che nega, viene dipinto come forte e autorevole o come debole e inconcludente. Con un’idea che serpeggia in alcuni, di tentare di cucinarlo nel breve periodo per poter andare a elezioni col Pd ancora debole. Le indiscrezioni di ieri sul rimpasto fanno parte di queste operazioni. L’azione ha due obiettivi: da una parte creare tensioni politiche in modo da ingessare l’azione amministrativa; dall’altra impegnare il Presidente e la Giunta su temi non strategici in modo da lentamente consumarne lo slancio. La sfida a Cappellacci è proprio questa: stanno tentando di distrarlo dagli obiettivi di politica strategica per consumarlo nelle tensioni interne. Solo che in questo modo consumano anche noi sardisti.
A noi dell’Italia marcia non interessa granché. Anzi, più marcisce più c’è spazio per spiegare che deve essere radicalmente cambiata, deve evolversi verso una confederazione di Stati. Noi siamo gli unici in Italia ad avere un progetto chiaro e diverso da quelli abborracciati della Sinistra (conservare lo Stato uscito dalla Resistenza) e dalla Destra (asservire il centralismo romano e la finanza nazionale alla macro-regione del Nord); tuttavia abbiamo un problema: realizzare i punti dell’accordo con Cappellacci. A noi fa male la palude puzzolente che arriva da Roma e che vuole asfissiare il Presidente Mite; ci fa male perché blocca il governo dei sardi e lo impegna in conflitti inutili. Ci fa male perché incanala il dibattito politico sulle mutande e sulle feste caracalliane di Berlusconi e sul gossip della Giunta, temi non politici a forte tasso di inconcludenza da basso impero. Per noi, dunque, ciò che conta sono i risultati promessi all’elettorato. Dopo cento giorni, dobbiamo stare solo ed esclusivamente agli obiettivi che ci siamo dati nell’accordo col Presidente e non farci trascinare nei veleni del Pdl. Noi dobbiamo costruire uno stato. Questa missione ci deve rendere, in un mondo politico sempre più frivolo e disssipatore, sempre più seri, sempre più preparati, sempre più capaci.

Paolo Maninchedda
http://www.sardegnaeliberta.it/?p=2062

micolforever ha detto...

***
Se sarete lettori attenti fra le righe di questo articolo che principalmente può sembrare parli esclusivamente della R.A.S. (regione Sarda) troverete una sottile traccia che può condurre ad un'idea che il Pre_mier che oggi risulta simpatico a Loredana Mancuso, di Bologna che ringrazio per l'intervento, porta il covo di serpi in casa.
Il pensiero fuorviante che sia l'opposizione a scavare nel privè delle Ville è assolutamente voluto.
C'è una confluenza di potere che ha detto: Basta! al simpatico Cava_(gioco)gliere, prima che qualcuno veramente gli sfili le mutande dal culo (quel qualcuno compare d'anello di partito) gli sfileranno tutto il guardaroba tanto lui è distratto in cose che è giusto dire possono anche non riguardarci, veline sue, c...i suoi!
ma così non è, è ora anche di finirla con:
non lo lasciano lavorare!
la stampa di sinistra!
è una persona splendida... che non metto in dubbio, non ho avuto modo di conoscerlo personalmente, potrebbe pure darsi... a me francamente mi fa pure un poco di tenerezza se non avesse in mano le sorti anche mie.
E' un sognatore! ed è forse l'unico che ha dimostrato che basta crederci per realizzare.
Questo è il messaggio forte che ha fatto innamorare quota ingente d'italiani.
Ma l'italiano medio non ha mangiato alla tavola di Craxi, non è nato (diciamo così per concludere) con la camicia - firmata!!
Buon proseguimento!
Mic

p.s. marì: io e te fortunatamente siamo unite da altri ideali. Tu mi hai accettata anche in questo piccolo contrasto di idee.
Quando c'incontriamo è quasi sempre davanti ad una tazzina di caffè e non per un panino imbottito di questioni sulla politica.
Siamo belle così in questa piccola diversità d'opinioni che però ci fa speciali.
qui sud chiama nord :*