Ed è qui che cadde il giorno
e la notte rivestì ogni profilo
lasciando nuda la luna
languida e distesa sul lago.
Giunse il vento in movenza sinuosa
si atteggiava falsamente ignaro,
irriconoscente
allo scarlatto orizzonte andato
di avergli donato il mite fiato
e più non fu quiete,
se non per quel crespo aderente
che si manifestava appena in superficie
dei visibili effetti dell’invisibile.
se non per quel crespo aderente
che si manifestava appena in superficie
dei visibili effetti dell’invisibile.
Micol
(for my angel)
05/02/2008 - 17:59
1 commento:
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Commenti
#3 01:28, 07 febbraio, 2008
A volte partoriamo presenze
proprio là
dove a un passo dall’invisibile
siamo degni
di essere noi stessi…
e tutto pare mosso…
quasi anche il cuore…
Fede
alfacentauri
#2 00:50, 07 febbraio, 2008
Una poesia che scorre lieve, nei suoi versi pregni di fine delicatezza.
Complimenti. Ciao
Puntogamma
#1 14:47, 06 febbraio, 2008
Bello il tuo blog grazie della visita....
Anna..
infinitaunica
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