Tra lucentezze d’argento, vetro
elaborati pensieri e piccoli specchi
chiedo non solo di essere intesa
ma navigata, attraversata in movimento
così da spaesare
la percezione del mio spazio
La conoscenza dipende dall’ascolto
tra un po’ d’irriverenza
e un po’ di protesta
per riconoscere e dialogare
interrogando il futuro
una volta sola
Una sola volta per gioco
capovolgendo il tempo
nel dare una ventata di libertà
tale da influenzare e cambiare
l’ultimo fine
Oggi coltivo l’esperienza
del soggetto naturale
arrivato tardi
e ribalto l’umano diritto
secondo una dottrina
rigorosa e provocatoria insieme
che impregna di sé ogni cosa
nel correre a greca
sull’orlo della disfatta
d’una creatività inarrestabile
trascinante
che duramente
si sta delimitando
Marisa
01:39, 05 novembre, 2008
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