LA CASA DI MICOL - INCOLMABILE....

24 gennaio 2012

11 GIUGNO 1984 - 2009 Enrico BERLINGUER


Enrico BERLINGUER Politico italiano, segretario del Pci e padre del “compromesso storico”, nato a Sassari il 25 maggio 1922 e morto a Padova l’11 giugno 1984.


“Sono convinto che il mondo, anche questo terribile e intricato mondo di oggi, può essere trasformato e messo al servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo può riempire degnamente una vita”.


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"I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le Istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli Enti locali, gli Enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le Università, la RAI TV, alcuni grandi giornali. Bisogna agire finchè la giusta rabbia dei cittadini verso tali degenerazioni non diventi un'avversione verso il movimento democratico dei partiti".

Enrico BERLINGUER

fonti web:

http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/berlingu.htm

Hanno detto di lui:

«Ammirazione» per Enrico Berlinguer, in quanto «leader della sinistra che ebbe sempre di mira una prospettiva nazionale», e forte richiamo alla questione morale, in quanto «problema della democrazia e delle sue basi di consenso e di legittimazione che si sgretolano se viene meno il nesso tra etica e politica».

Gianfranco FINI


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"E' come se quest'uomo integro, verso il quale ho sempre provato un'istintiva amicizia, che in qualche modo sentivo ricambiata, fosse caduto vittima di uno sforzo troppo grande""

Luigi Pintor

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"Un uomo introverso e malinconico, d'immacolata onestà, e sempre alle prese con una coscienza esigente, solitario di abitudini spontanee, più turbato che alettato dalla prospettiva del potere, e in perfetta buona fede" di cui ci resta un programma sociale, politico, economico, etico e morale non scritto, basilare per il futuro democratico e di progresso del nostro Paese.

Indro Montanelli


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"Il dono breve e discreto che il cielo aveva dato a Berlinguer era di unire parole ad uomini, ora la sua voce è sparita e se è vero, come dice il poeta, che la vita si spegne in un falò di astri in amore, in questi giorni è bruciato il firmamento"."

Roberto Benigni


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“Caratteristica fondamentale di Enrico Berlinguer è stata, a mio avviso, quella di non avere i tratti negativi che contraddistinguono tanta parte della classe politica italiana. Penso alla vanità, all’esibizionismo, all’arroganza, al desiderio di primeggiare”

Norberto Bobbio



Enrico Berlinguer, segretario del Pci,

stringe la mano ad Aldo Moro, presidente della Dc,

il 20 maggio 1977



Il 1978 è l’anno in cui si delinea, fra il leader del Pci e quello della Dc, Aldo Moro, l’idea del necessario “compromesso storico”.

Berlinguer, in questa fase, sarà il primo esponente comunista ammesso a lavori para-governativi, come le riunioni dei segretari dei partiti di maggioranza in qualità di osservatore esterno, sebbene fuori dal governo.

La mattina del 16 marzo 1978, proprio quando il Pci si prepara a dare l’appoggio esterno al governo di Giulio Andreotti, Moro viene rapito dalle Brigate Rosse.






Non è una cosa facile, nel mondo di oggi, ritrovare le coordinate della figura di Enrico Berlinguer, ricostruire quanto avevano contato il suo carisma e la sua politica, quale spessore di amori e di odii aveva suscitato. E poi quale eredità ha lasciato, che cosa nella grande miniera di idee che aveva messo in campo soprattutto nell’ultima parte della sua vita può essere utile oggi.

Enrico Berlinguer è morto l’11 giugno dell’84.

Molte delle vicende di cui è stato protagonista sono ancora aperte, molte intuizioni che aveva avuto, se le guardiamo con gli occhi di oggi, dimostrano la sua preveggenza, la sua capacità di cogliere alla radice i problemi drammatici del nostro tempo.

Credo che pochissimi, fra i politici italiani, abbiano avuto come Berlinguer la capacità di intuire in anticipo quel che stava succedendo, le linee direttrici del cambiamento. I

n un momento come quello attuale, con la pace messa in pericolo dalla volontà di comando dell’unica superpotenza rimasta, fa una certa impressione ripercorrere il Berlinguer dei primi anni ’80, che esprime una visione quasi avveniristica del futuro.

Che si rende conto, ben prima della fine dell’impero sovietico, come ormai il cuore del conflitto non è più fra paesi capitalisti e paesi socialisti ma fra il Nord e il Sud del mondo: fra un occidente sempre più ricco ed arroccato a difesa dei suoi privilegi e le masse povere del terzo e del quarto mondo.

In sintonia con lo svedese Olof Palme, che dopo non molto morirà in un attentato mai del tutto chiarito, Berlinguer era arrivato a prospettare un governo mondiale dell'’economia, inteso però come strumento di riequilibrio e di redistribuzione delle ricchezze.

Oggi ha poi un significato speciale ricordare che Berlinguer credeva profondamente nell’Europa. La vedeva come il laboratorio di una nuova sinistra possibile, da contrapporre sia al decrepito comunismo reale che a un neoliberismo d’oltreoceano, portatore di ingiustizie profonde. Proprio in quest’ottica credeva fosse importante difendere “l’anomalia europea”, la sua cultura e la forza antagonista dei suoi partiti, dei sindacati e dei movimenti, dai continui tentativi di omologazione che vedeva messi in atto da Ronald Reagan e dalla nuova destra americana.

E anche se non poteva certo immaginare la deriva militar- autoritaria di quelle scelte, aveva colto subito le minacce della rivoluzione conservatrice che cominciava allora, con l’esaltazione del capitalismo selvaggio come cura ai mali dell’economia e dell’egoismo individuale come sostituto ad una società solidale.

Quando era segretario del Pci Berlinguer veniva spesso descritto dai giornali come un uomo chiuso, un po’ fuori dal mondo, un“sardo-muto”,l’opposto di un protagonista di quella politica-spettacolo che già allora stava prendendo piede.

E invece Berlinguer aveva una capacità di comunicazione fortissima. I commentatori dell’epoca riconoscevano che pochi riuscivano come lui a “rompere” lo schermo della Tv, a parlare alla gente, molto al di là del suo stesso partito, che peraltro era un grande partito del 30 per cento. C’era una passione e una sincerità nel suo modo di esprimersi che l’aveva fatto diventare una specie di contraltare rispetto a tanti altri politici del suo tempo, e in particolare rispetto a Bettino Craxi.

Berlinguer aveva capito molto presto che dietro l’etichetta della modernità, del rinnovamento, delle grandi riforme istituzionali, Craxi aveva obiettivi ben più concreti e inquietanti: far saltare il banco della politica italiana, annettersi il Pci e sdoganare il Msi, farla finita con la cultura dell’antifascismo e della Resistenza.

A completare il disegno, c’era la volontà di arrivare a un presidenzialismo di stampo populista, di mettere la mordacchia al “parco buoi”, come Craxi definiva graziosamente il Parlamento, trasformando la democrazia italiana in senso parzialmente autoritario. Contro questi pericoli, che sono poi quelli con cui oggi ci troviamo a fare i conti, Berlinguer si era battuto con tutte le sue forze, fino a quell’ultimo comizio sul palco di Padova, continuato eroicamente quando ormai era stato colpito dal malore, con frasi sempre più smozzicate sugli scandali, sulla loggia P2, sulla nostra democrazia malata.



Fonte web:

http://www.metaforum.it/berlinguer/attualita_valentini.htm

L'eredità e l'attualità di Enrico

Relazione di Chiara Valentini


11/06/2009 - 23:29

1 commento:

micolforever ha detto...

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Commenti
#3 23:20, 12 giugno, 2009
Vi ringrazio per le vostre testimonianze.
un saluto
MicolForever
#2 16:18, 12 giugno, 2009
E' stato il mio segretario, ma anche se troppo giovane per capirne allora la portata rivoluzionaria del suo essere onesto, lo rimpiango oggi che il decadimento morale di questa nazione ha all'orizzonte solo polvere, impersonata da un imperatore puttaniere e tante ballerine di contorno, con nani che si sentono giganti, ma resteranno sempre minuscoli essere servili.
Un saluto
mauspezz
CambiareLabico
#1 07:59, 12 giugno, 2009
leggo il tuo post, è importante in questa epoca di grande confusione dove ai valori umani di solidarietà e rispetto abbiamo relegato il ruolo di patina che lustra i discorsi saper che esiste una possibilità ... che è stata resa attuale da qualcuno di noi ... che possiamo cambiare!

un saluto, ora vado a conoscere meglio il tuo blog
:)
Nirvanainblu